Jus CivileISSN 2421-2563
G. Giappichelli Editore

G. Noto La Diega, Internet of Things and the Law, Routledge, 2023 (di Carmelita Camardi)


Dalle prime pagine introduttive l’A. si preoccupa di esplicitare il punto di vista che anima la sua ricerca, la quale intende privilegiare la regolamentazione dell’Internet delle cose (di qui in avanti IoT) quale tecnologia ad oggi maggiormente invasiva della vita umana, capace più di ogni altra di sfruttare la capacità dell’uo­mo in quanto produttore delle risorse economiche oggi più preziose: i dati. Aggiunge che, trattandosi della tecnica che incarna l’attuale stadio del sistema capitalismo, essa può essere studiata efficacemente adottando una metodologia marxista, utile per rispondere a questa domanda generale: in che modo la legge può mediare le dinamiche di potere tra chi dispone della tecnologia IoT e gli utenti finali? Può la legge guidare lo sviluppo dell’IoT in una direzione incentrata sull’uomo e vantaggiosa per l’intera società?

1. – Il primo e articolato capitolo del libro offre una panoramica analitica delle metodiche di regolazione del fenomeno, sottolineando sia i diversi approcci, da parte degli ordinamenti statunitense ed europeo, sia –correlativamente– i diversi strumenti di regolazione, in prevalenza non vincolanti, ma piuttosto basati sulla (presunta maggiore) efficacia della selfregulation e delle norme di soft-law. L’A. esprime comunque rilievi critici sia sugli strumenti di selfregulation che su quelli di regolazione vera e propria, mostrando piuttosto attenzione alle soluzioni non binarie, ma di coregolazione, cioè di cooperazione congiunta fra lo Stato e i privati, in ottica di strategia integrata.

Le precedenti considerazioni assumono rilievo concettuale con riferimento alle minacce che l’A. ritiene di ricondurre alla [continua..]